Dott. Carmelo GEREMIA
Proctologo - Perineologo - Gastroenterologo

FAQ - Frequently Asked Questions

D: Che cos´è l´intestino ”irritabile”?
R: L intestino "irritabile" è un insieme di disturbi addominali concentrati a livello del basso intestino, nella zona del colon. Non si tratta di una vera e propria malattia ma, appunto, di una serie di fastidi collegati a disordini intestinali di varia natura, spesso dovuti a fattori di disagio come stress, ansia, alimentazione o abitudini di vita poco sane.
D: Si tratta di un disturbo molto diffuso?
R: L'intestino "irritabile" è uno dei disturbi oggi più diffusi tra la popolazione adulta: le statistiche dicono che almeno una volta nella vita, oltre 1/3 della popolazione adulta presenta sintomi che possono essere ricollegati all'intestino "irritabile". Rispetto a 15 anni fa, le persone che oggi manifestano questi disturbi sono più del doppio.
D: G.le Prof. Geremia sono una donna di 46 anni, soffro di incontinenza urinaria da sforzo e iniziale prolasso vescicale e le vorrei chiedere se l´unica soluzione consiste nell´intervento chirurgico. Grazie
R: Gentile signora, il prolasso vescicale (cistocele) e l'incontinenza urinaria sono spesso associate, ma non sempre la terapia chirurgica è l'opzione indicata, almeno non in prima istanza. Infatti la "Società Internazionale sulla Continenza"(ICS)ha stabilito che per i prolassi uro-genitali di grado lieve con o senza incontinenza urinaria il primo approccio deve essere sempre di tipo riabilitativo mediante il Biofeedback, l'Elettrostimolazione funzionale e la Chinesiterapia pelvi-perineale. La riabilitazione del pavimento pelvico infatti risolve almeno i 2/3 dei casi trattati. In ogni caso anche quando ci dovesse essere la necessità dell'intervento chirurgico, per i casi con risposta insoddisfacente alla riabilitazione, si è sempre in tempo a farlo, con il vantaggio di avere i muscoli perineali più tonici e con migliore riuscita dell'intervento stesso.
D: Egregio Prof. Geremia, 2 anni fa´ sono stato operato per un tumore al retto e da allora soffro di evacuazioni frequenti ( 8-10 al giorno). L´ultima colonscopia (2010)mostrava esiti regolari di anastomosi colo-rettale. Fino ad oggi ho fatto diverse terapie con antibiotici, fermenti lattici, antispastici e altro ancora, ma con scarsi risultati. Cosa posso fare per uscire da questa situazione invalidante? Grazie.(e-mail firmata).
R: Gentile signore, la sua affezione si chiama "sindrome da resezione anteriore del retto" ed ha una precisa patogenesi (causa-effetto) ed una cura ben codificata; essa si basa su tecniche di riabilitazione retto-anali. In particolare si utilizza il biofeedback sensoriale/volumetrico e motorio e l' elettrostimolazione funzionale. Sono tecniche indolori, semplici da eseguire ma che richiedono qualche settimana continuativa di trattamento. I risultati sono soddisfacenti. Nel caso lei volesse ,può prendere un appuntamento e finalmente liberarsi dei suoi disturbi.
D: Sono una signora di 56 anni, ho avuto 2 gravidanze e ora il mio ginecologo mi ha diagnosticato un prolasso genitale iniziale ma senza incontinanza urinaria. Lei crede che sia giusto aspettare e poi fare l´intervento chirurgico? (e-mail firmata)
R: Gentile signora, la ICS (società internazionale sulla continenza) ha sancito che nei prolassi genitali di grado lieve, con o senza incontinenza [cistocele(della vescica), isterocele(dell' utero),ecc.], la prima cura deve essere il trattamento riabilitativo del pavimento pelvico. Tale cura nel nostro Centro si effettua in forma "multimodale", utilizzando cioè più tecniche consecutive (elettrostimolazione funzionale, biofeedback e chinesiterapia pelvi-perineale) tutte volte alla risoluzione del problema, allontanando così la necessità dell´intervento chirurgico.
D: Prof. Geremia, sono un uomo di 50 anni, operato nel 2008 e rioperato (aimè) nel 2009 per un cancro del retto. Ho fatto la chemioterapia (ma non la ho completata per intolleranza intestinale, infatti la radioterapia mi ha distrutto. Infatti dopo la radioterapia ho l´inferno: evacuo 8 - 10 volte al giorno, con bruciore e dolore anale e al sacro, tanto che devo fare uso di analgesici. Se non mangio sto meglio perchè non ho lo stimolo per evacuare. Una recente rettoscopia ha mostrato una mucosa fortemente infiammata. Ho provato diverse cure locali con supposte e pomate, ho usato anche cortisone per bocca oltre a fermenti lattici, ma senza grandi risultati. Lei crede sia meglio farmi mettere una stomia definitiva? (e-mail firmata).
R: Caro signore, Lei non lo ha detto, ma immagino sia stato operato mediante resezione anteriore del retto. Purtroppo lei ha una proctite post-attinica ed una sindrome da resezione anteriore del retto (microretto). Entrambi i problemi ( ma anche singolarmente) le causano i disturbi da Lei descritti. Bisognerebbe valutare meglio la funzionalità della neo-ampolla rettale con una manometria ano-rettale (sensibilità e capacità), e degli sfinteri anali; valutare le cure mediche che fino ad ora Le sono state somministrate e successivamente programmare un ciclo di riabilitazione del pavimento pelvico; in particolare Le sarebbe molto d' aiuto, con tassi percentuali di guariggione molto alti, il Biofeedback volumetrico. Mi ritenga a sua disposizione qualora volesse un parere più preciso ai fini di una terapia risolutiva. C.G.
D: G.le Prof. Geremia, sono una paziente di 43 anni, ex obesa ( ho perso 22 kg), operata di diversione bilio pancreatica 6 anni fa´. Da allora soffro spesso di disturbi dell´alvo caratterizzati da diarrea e da patologia anale caratterizzata da ragade anale recidivante (già operata una volta 3 anni fa´). Attualmente la ragade si è ripresentata con dolore soprattutto dopo l´evacuazione che perdura fino a sera. Lei crede che dovrò rioperarmi?
R: La diversione biliopancreatica (biliopancreatic diversion o BPD), introdotta nel 1979,ha rappresentato una vera e propria rivoluzione culturale nel campo della chirurgia dell'obesità. Tale intervento infatti, consentendo una riduzione dell'assorbimento intestinale non solo selettiva ma addirittura regolabile, non soltanto ha reso l'uso clinico della riduzione dell'assorbimento finalmente possibile, ma ha anche fatto di essa la metodica unanimemente riconosciuta nel mondo come la più efficace. I VANTAGGI SONO RAPPRESENTATI DA: calo ponderale significativo in breve tempo e non necessita di collaborazione da parte del paziente GLI SVANTAGGI SONO: elevata incidenza di complicanze (diarrea, anemia, pancreatite acuta) intervento tecnicamente complesso mortalità operatoria (1 %) revisioni chirurgiche (10%) La mortalità (operatoria e post-operatoria) segnalata nelle casistiche è dello 0,5% circa, dovuta principalmente ad arresto cardiaco ed embolia polmonare. Le complicanze precoci generali (0.9%) sono dovute ad embolia polmonare, broncopolmonite e trombosi venosa profonda; le complicanze precoci chirurgiche (2,7%) comportano la deiscenza anastomotica, perforazione gastrica, emoperitoneo, infezioni della ferita. Le complicanze tardive specifiche sono caratterizzate da: anemia microcitica (5%), ulcera anastomotica (8%), malnutrizione proteica (6%), laparocele (8%), demineralizzazione ossea (4%), emorroidi e ragadi anali (5%), alitosi (6%), litiasi renale (1%). Vista la, relativa alta, incidenza di patologia proctologica come sequela dell' intervento di diversione bilio pancreatica, nel suo caso, ragade anale, personalmente credo che debba prima tentare un approccio di tipo conservativo e solo successivamente prendere in considerazione l' opzione chirurgica. Ovviamente prima andrebbe studiato il caso con opportuna visita proctologica, eventuale manometria ano-rettale, ecografia endoanale volumetrica. Cordiali saluti C.Geremia.