Dott. Carmelo GEREMIA
Proctologo - Perineologo - Gastroenterologo

NEWS

19-09-2012

CONDILOMI ACUMINATI: COME SI CURANO NEL NOSTRO "CENTRO" A REGGIO CALABRIA


Condilomi acuminati

I condilomi acuminati sono la tipica espressione di una malattia a trasmissione sessuale, piuttosto contagiosa e diffusa, specialmente negli immunodepressi e defedati da altre patologie. Si tratta di neoformazioni verrucose dall'aspetto simile alla cresta di un gallo, che tendono a confluire reciprocamente fino ad assomigliare ad un cavolfiore nelle forme più floride; tali escrescenze, chiamate appunto condilomi acuminati, si localizzano sulle superfici mucose e cutanee dell'area ano-genitale e rappresentano la manifestazione clinica dell'infezione virale produttiva da HPV (papilloma virus umani, normalmente appartenenti al tipo 6 o al tipo 11). Colpiscono sia l'uomo, con tipica localizzazione sul glande, sul solco balano-prepuziale, sul meato uretrale e lungo il frenulo e l'asta del pene, che la donna, dove interessano frequentemente la vulva, il terzo inferiore della vagina ed il collo dell'utero; comuni sono anche i condilomi nelle regioni perivulvari e perianali. Oltre che negli immunodepressi, i condilomi possono raggiungere dimensioni considerevoli durante la gravidanza.
Il periodo di incubazione è normalmente compreso tra uno e sei mesi, al termine dei quali i condilomi accuminati fanno il loro esordio. Di per sé, la presenza di queste lesioni non è  particolarmente debilitante: pur causando pruriti ed irritazioni a volte intense, i condilomi in genere non dolgono, talvolta sono asintomatici e possono anche regredire spontaneamente. Ultimamente, tuttavia, l'interesse nei confronti della malattia è cresciuto sensibilmente, sia per la sua notevole diffusione, sia per l'esistenza di una correlazione tra infezione da HPV, condilomi ed alcuni tipi di cancro, in particolare quello della cervice uterina. La probabilità di un'evoluzione cancerogena dipende dal sottotipo di papilloma virus responsabile della malattia; i tipi virali normalmente implicati hanno un basso grado di associazione a lesioni maligne, mentre i tipi 16 e 18 presentano un alto rischio di evoluzione neoplastica; in generale, tale pericolo è più concreto nei soggetti debilitati, come i sieropositivi, i trapiantati ed i malati di cancro. Da non sottovalutare, inoltre, le ripercussioni psicologiche della malattia.
A complicare ulteriormente il problema dei condilomi acuminati contribuiscono le difficoltà terapeutiche, spesso inefficaci nell'impedire la comparsa di recidive. Dal momento che la malattia è particolarmente contagiosa, è essenziale la prevenzione igienica; trattandosi di una malattia a trasmissione sessuale, esiste una correlazione diretta  tra il numero di partners sessuali e la frequenza di condilomi genitali. Oltre alla promiscuità sessuale, un importante fattore di rischio per la malattia riguarda naturalmente il mancato utilizzo del profilattico durante i rapporti (molti soggetti sono contagiosi anche senza saperlo).


Condilomi acuminati: diagnosi e trattamento

La diagnosi, talvolta occasionale nel paziente asintomatico, è sostanzialmente clinica, ma in genere si richiede la conferma istologica.
La terapia si basa sul trattamento dei condilomi acuminati, che può avvenire secondo diverse metodiche. La terapia farmacologica (basata sulla somministrazione di interferone, podofillotossina, imiquimod, acido tricloroacetico o 5-fluoro-uracile), oppure si preferisce quella distruttiva (o una combinazione delle due metodiche). La criochirurgia, per esempio, utilizza un tampone imbevuto di azoto liquido per congelare i condilomi ed asportarli successivamente senza bisogno di anestesia e senza causare sanguinamenti. La laserterapia, da eseguirsi in anestesia locale o generale nei casi più gravi, determina lisi cellulare e morte dei virus ivi contenuti. Il fascio laser può essere indirizzato con estrema precisione sui condilomi, minimizzando l'estensione delle cicatrici post-trattamento. Lo stesso risultato può essere raggiunto attraverso l'elettrocoagulazione. Per quanto riguarda il trattamento farmacologico, l'applicazione locale di preparati a base di podofillotossina determina lo sbiancamento della lesione e la seguente caduta nel giro di pochi giorni; importante è il lavaggio qualche ora dopo della sede di applicazione, assolutamente da evitarsi in gravidanza, così come su lesioni sanguinanti o superiori ai due cm; l'acido tricloroacetico garantisce lo stesso risultato con minori controindicazioni e tossicità. Altro farmaco utilizzabile è l' imiquimod, è una sostanza immunomodulatrice, indicata sia per il trattamento dei condilomi acuminati, che per le verruche comuni. Il farmaco è reperibile in crema (bustine da 250 mg, contenenti 12,5 mg di principio attivo: imiquimod 5%): applicare il prodotto sulla pelle tre volte a settimana, per un massimo di 16 settimane. La sospensione del farmaco non garantisce l'immunità dalle verruche. Il farmaco è indicato anche per la cura di tumori (es. carcinoma basocellulare superficiale).  Considerata la relazione fra condilomi e tumore della cervice uterina, le donne colpite da condilomi devono essere sottoposte ad esami specifici (pap test e colposcopia), che permettono di rilevare l'eventuale tumore anche nel suo stadio iniziale.
Considerato l'importante rischio di recidive, il paziente viene seguito anche dopo l'asportazione dei condilomi, mediante un'adeguata sorveglianza delle sue condizioni nei mesi a venire. Il tutto dev'essere integrato con l'utilizzo rigoroso del preservativo durante tutta la durata della terapia e con il controllo e l'eventuale trattamento del o dei partners sessuali (anche se non presentano condilomi visibili ad occhio nudo).

Fortemente consigliata, in prevenzione, è la vaccinazione, indicata per le donne dagli 11 anni ai 27 anni. Il vaccino più completo è quello quadrivalente (Gardasil). Il ciclo vaccinale comprende 3 somministrazioni in 6 mesi.   




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