La SINDROME da DOLORE PELVICO CRONICO (CHRONIC PELVIC PAIN SYNDROME - CPPS) è una condizione clinica complessa, caratterizzata da un insieme di sintomi dolorosi, perduranti da almeno sei mesi, che il paziente riferisce essere localizzati nella regione del bacino, le cui cause rimangono spesso inspiegate. Si tratta di un quadro clinico responsabile di gravi stati di disagio, capaci di ridurre profondamente la qualità di vita in soggetti di entrambi i sessi.
Questa breve trattazione vuole affrontare schematicamente il dolore pelvico cronico che colpisce i soggetti di sesso maschile. Esso è localizzato nella zona più bassa dell’addome, e pertanto può originare dagli organi dell’apparato genitale (prostata, vescicole seminali, testicoli, funicoli spermatici), dal basso apparato urinario (vescica e uretra) o anche dalle strutture nervose, muscolari, fasciali e ossee del bacino. Sono molte e diverse le tipologie di dolore che il paziente affetto da questa sindrome lamenta. Anzitutto è variabile l’intensità del dolore, da un vago senso di fastidio più o meno continuo a gradi estremi, talvolta intollerabili, descritti dal paziente come fitte lancinanti. In alcuni casi la sensazione dolorosa appare coincidente al riempimento o allo svuotamento degli organi pelvici (vescica e retto), mentre in altri casi è scatenata da alcune posizioni, quale quella seduta, o dalla pressione esercitata su determinati punti (“trigger point o punti grilletto”) dell’area pelvica.
La SINDROME da DOLORE PELVICO CRONICO (CPPS) vede dunque nel dolore il sintomo principale, ma spesso si associano sintomi di altra natura, quali disturbi del basso tratto urinario (LUTS) quali aumentata frequenza urinaria, bruciore durante la minzione, urgenza, disturbi intestinali e disfunzioni sessuali quali disfunzione erettile ed eiaculazione precoce. La diagnosi di DOLORE PELVICO CRONICO (CPPS) prevede che il medico abbia escluso patologie locali come le infezioni e i tumori, mentre la ricerca di cause precise rimane spesso infruttuosa, costringendo il medico a cure non mirate ad una specifica affezione riconosciuta. Nell’ambito del dolore pelvico che colpisce la popolazione maschile, un ruolo centrale è occupato dalla PROSTATITE CRONICA DI TIPO III. Si tratta, come è facile intuire dal suo nome, di una infiammazione che colpisce la ghiandola prostatica, ma in assenza di segni di infezione; risultano infatti negative in questo quadro clinico le colture per la ricerche di batteri a carico di urine e liquido prostatico, mentre è possibile ritrovare i segni tipici della infiammazione quali ad esempio i globuli bianchi. Spesso la prostata appare alle indagini del tutto normale, pur essendo presenti sintomi dolorosi e disturbi urinari che suggeriscono un suo coinvolgimento. Ecco allora nascere una serie di ipotesi che la ricerca clinica ha proposto nel corso degli ultimi anni per spiegare cause e meccanismi del dolore pelvico.
Alcuni studi suggeriscono che alla base della SINDROME da DOLORE PELVICO CRONICO (CPPS) ci sia un’alterata percezione delle sensazioni da parte del sistema nervoso, in grado di amplificare stimoli non dolorosi fino a renderli dolorosi (allodinìa) o accentuare stimoli poco dolorosi (iperalgesia). Nell’ambito delle cause di DOLORE PELVICO CRONICO (CPPS) che vedono coinvolti i nervi periferici è opportuno ricordare la NEVRALGIA DEL PUDENDO. Il nervo pudendo decorre nella zona più bassa della pelvi, a ridosso del perineo, che costituisce una sorta di pavimento fatto da muscoli e legamenti e tra le quali strutture rimarrebbe intrappolato. La nevralgia del pudendo è generalmente avvertita nei pazienti di sesso maschile come un bruciore localizzato nello spazio compreso tra l’ano e i testicoli o verso l’estremità distale del pene. Altre volte il meccanismo del dolore è direttamente originato dai muscoli del perineo (DOLORE MIOFASCIALE) e la compressione di precisi trigger point (“punti grilletto”) muscolari è in grado di scatenare il dolore. Vanno infine ricordate, nell’ambito delle cause di DOLORE PELVICO CRONICO (CPPS) maschile, le cosiddette patologie funzionali, come ad esempio i sintomi da COLON IRRITABILE (IBS), per le quali i comuni esami diagnostici spesso risultano negativi. Non vanno infine dimenticate le condizioni psicologiche che inevitabilmente si associano ai sintomi dolorosi pelvici. Una lunga serie di studi clinici ha evidenziato come il disagio generato da una condizione prolungata di fastidio o dolore si traduca generalmente in stati d’ANSIA e spesso di DEPRESSIONE REATTIVA. Ed è stato anche dimostrato come l’ansia sia in grado a sua volta di amplificare la percezione delle sensazioni spiacevoli, e di accentuarne la partecipazione emotiva. Dolore e ansia realizzano in tal modo un circolo vizioso capace di alterare profondamente la QUALITÀ DELLA VITA dei soggetti che ne soffrono.