A livello strutturale si esegue una valutazione posturale globale (utilizzando vari test): si osserva il paziente in stazione eretta (piano frontale-sagittale) e mentre cammina.
A livello viscerale si osserva la presenza di cicatrici e attraverso la palpazione si valutano: l'intestino tenue, il colon, il retto, il rene, la vescica, l'uretere, l'uretra, la prostata, i muscoli e i legamenti di questa zona anatomica, cercando i trigger points.
Ogni trattamento osteopatico è orientato alle strutture trovate in disfunzione: il terapista applica tecniche manipolative osteopatiche, tecniche ad energia muscolare, tecniche di bilanciamento delle tensioni legamentose e tecniche di rilasciamento miofasciale.
L'esame pelvico ha inizio con l'ispezione dei genitali esterni (vulva, vestibolo e uretra) per valutare punti dolenti (vulvodinia).
In seguito si passa all'esplorazione interna per valutare l'eventuale ipertono dei muscoli elevatori dell'ano, otturatori interni e trasverso profondo e la presenza di trigger point.
Palpando la parete anteriore si percepiscono l'uretra, il trigono e la vescica; con una manovra bimanuale si valutano l'utero, i legamenti annessi e la presenza di trigger point a livello scrotale, passando poi alla valutazione del tono dello sfintere rettale, della prostata e del coccige.
Si esegue quindi il trattamento manipolativo osteopatico per normalizzare gli organi viscerali della cavità pelvica e infine vengono assegnati esercizi fisici con l'obiettivo di stabilizzare la colonna e il bacino.