Dott. Carmelo GEREMIA
Proctologo - Perineologo - Gastroenterologo

LA CELIACHIA

Speciale Celiachia e Intolleranze Alimentari

Un’intolleranza permanente al glutine

CELIACHIA

La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine. Nel soggetto celiaco, l’assunzione di glutine, anche solo in tracce, provoca una reazione immunitaria con conseguente infiammazione e appiattimento della mucosa intestinale.
Il risultato è l’incapacità di assorbire adeguatamente le sostanze nutrienti e quindi il rischio di sviluppare malnutrizione.

Sintomi
dolori addominali, gonfiore, diarrea, dolori articolari, dolori muscolari, mal di testa, vomito, stanchezza, difficoltà di concentrazione, formicolio.

Iter diagnostico
Si svolgono inizialmente delle analisi del sangue, ma per la diagnosi vera e propria serve una biopsia intestinale, che viene confermata se i sintomi migliorano dopo l’adozione di una dieta priva di glutine.


ALLERGIA al FRUMENTO

L’allergia al frumento è un’allergia alimentare, caratterizzata dallo sviluppo di anticorpi contro alcune sostanze del frumento.
Nell’allergico i sintomi interessano soprattutto pelle e vie respiratorie.
Nei bambini possono scaturire asma, problemi cutanei e diarrea.

Sintomi 
Prurito, irritazione della pelle, asma. 
Possono manifestarsi poi anche sintomi gastrointestinali simili a quelli della celiachia.

Iter diagnostico
La diagnosi avviene a seguito di test allergologici specifici.

 

SENSIBILITÀ al GLUTINE

La sensibilità al glutine non celiaca è una reazione all’introduzione di glutine, non ascrivibile né alla celiachia né all’allergia al frumento.
Normalmente i sintomi, che possono essere variabili e non necessariamente a carico dell’intestino, si presentano dopo l’assunzione di alimenti contenenti glutine.

Sintomi
Dolori addominali, gonfiore, diarrea, dolori articolari, dolori muscolari, mal di testa, vomito, stanchezza, difficoltà di concentrazione, formicolio.

Iter diagnostico
Non esiste un test specifico. Si devono escludere celiachia, allergia al frumento e altre problematiche, dopodiché la diagnosi avviene se, escludendo il glutine dalla dieta, i sintomi regrediscono o comunque migliorano 
 
 

LA SINDROME dell'INTESTINO IRRITABILE

La sindrome dell’intestino irritabile si caratterizza per malesseri gastrointestinali cronici persistenti, tali da limitare la qualità di vita del paziente e spesso accompagnati da manifestazioni extraintestinali. In base alla sensibilità individuale, anche il glutine, insieme a particolari tipi di carboidrati detti “FODMAP”, potrebbe essere responsabile dei sintomi

Sintomi
Dolori addominali, flatulenza, gonfiore, stitichezza, muco o sangue nelle feci, emicrania, stanchezza, disturbi del sonno, mal di schiena, disturbi

Iter diagnostico
Non esiste un test specifico. La diagnosi si effettua in presenza dì sintomi gastrointestinali cronici persistenti per più di 3 mesi, dopo aver escluso altre patologie potenzialmente responsabili.

Si stima che tra i pazienti affetti da sindrome dell’intestino irritabile ci siano anche casi non diagnosticati di celiachia


L'INTOLLERANZA al LATTOSIO

L'intolleranza al lattosio è nota anche come deficit di lattasi, un enzima prodotto dalle cellule dell'intestino tenue che scindendo il lattosio in glucosio e galattosio ne permette l'assorbimento. Carenze di lattasi fanno sì che il lattosio arrivi intatto fin nel colon, dove interagisce con i batteri dell'intestino dando luogo ai problemi intestinali.

Sintomi
Dopo aver ingerito lattosio contenuto nel latte e nei suoi derivati o anche nei cibi che lo contengono si avvertono dunque disturbi gastrointestinali come gonfiore addominale, diarrea, meteorismo, flatulenza e difficoltà a digerire. L'intolleranza al lattosio può essere una normale conseguenza della crescita. Infatti durante l'infanzia i livelli di lattasi diminuiscono naturalmente (intolleranza primaria), oppure essere causata dalla riduzione della lattasi dopo una malattia, come la celiachia, una gastroenterite o una malattia infiammatoria (intolleranza secondaria).

Iter diagnostico 
E’ disponibile un test dotato di grande accuratezza e precisione, il breath-test all’ idrogeno. Si tratta di un test non invasivo e piuttosto specifico che si basa sull’evidenza che, se uno zucchero non viene assorbito a livello dell’intestino tenue, viene fermentato dalla flora intestinale con la formazione di idrogeno, che in parte viene eliminato con la respirazione. Nei bambini piccoli e sui lattanti si esegue il test genetico (differenzia le forme primarie da quelle secondarie).


LE INTOLLERANZE ALIMENTARI  

Per intolleranza si intende la reazione anomala dell’organismo ad una sostanza estranea, non mediata dal sistema immunitario. L’intolleranza alimentare può essere anche determinata da una carenza di enzimi digestivi, o da meccanismi farmacologici o tossici. Tra le intolleranze alimentari la più diffusa è l’intolleranza al lattosio, dovuta all’incapacità di digerire il lattosio, uno zucchero naturale che si trova nel latte e nei latticini. Altra intolleranza enzimatica è il favismo. 
Le intolleranze alimentari sono oggetto di ampie controversie in medicina, sia per ciò che concerne i meccanismi sottesi sia per quanto riguarda la sintomatologia e la diagnosi.
 
Sintomi
Le intolleranze possono causare un'assai vasta gamma di sintomi (dermatologici, respiratori, asmatici, allergici, gastrointestinali, neurologici, sistemici e altri ancora. 

Iter diagnostico 
Un modo (ancorché piuttosto empirico) per identificare un'intolleranza alimentare è la dieta di eliminazione, una dieta molto restrittiva nella quale vengono esclusi tutti i cibi che possono potenzialmente innescare un'intolleranza. La dieta può protrarsi da due a otto settimane, entro le quali solitamente i sintomi scompaiono. Successivamente i cibi vengono reintrodotti per osservare se i sintomi si ripresentano. Quindi sotto supervisione medica, si riformula la dieta. Procedere in modo autonomo può essere pericoloso. I test sierologici che vengono spesso proposti per identificare le intolleranze alimentari non hanno alcuna valenza scientifica. Essi misurano il livello di IgG relative a un particolare alimento; che è una risposta fisiologica dell'organismo al consumo di un particolare alimento e non sono responsabili dunque di alcun sintomo.


LE ALLERGIE ALIMENTARI 

La causa è una reazione immunologica verso proteine alimentari normalmente tollerate chiamate allergeni. Sono coinvolte le IgE, anticorpi specifici della reazione allergica, e possono presentarsi con sintomi lievi o gravi. Il 2-4% della popolazione adulta è interessata da allergia alimentare, vi è una maggiore incidenza nei bambini, pari al 6-8% nei primi anni di vita. Le allergie alimentari sono più’ comuni nei primi 3 anni di vita, ma si possono presentare a qualsiasi età. Tuttavia la percezione globale di “allergia alimentare“ nella popolazione generale risulta molto più alta, intorno al 20%.

Sintomi
Possono comparire entro pochi minuti dall’ ingestione dell’ alimento a cui si è allergici fino ad un massimo di qualche ora. Le manifestazioni presentano ampia variabilità e vanno dalla sensazione di calore e prurito alla pelle, orticaria, gonfiore intorno agli occhi, alle labbra, alla lingua, ma anche bruciore e prurito in gola, nausea, stanchezza intensa o, ancora, crampi intestinali e diarrea, broncospasmo e asma, ipotensione e svenimento. 

Iter diagnostico

Anamnesi accurata. Il prick test cutaneo è in grado di evidenziare reazioni allergiche a determinati alimenti. Gli esami del sangue specifici sono in grado di misurare la risposta immunitaria nei confronti di determinati alimenti, controllando la quantità di anticorpi specifici dell’allergia (immunoglobuline E, o IgE) presenti nel sangue. Dieta di eliminazione: vi potrebbe essere richiesto di eliminare gli alimenti sospetti per un periodo che va da due a sei settimane, per poi di reintrodurli di nuovo nella dieta, uno alla volta.
In altri test come vega-test, test kinesiologico, analisi del capello, citotest e in molti altri manca qualsiasi fondamento o prova scientifica di affidabilità, si raccomanda quindi di evitarne l’utilizzo.