PREMESSA
Dolore pelvico cronico - Dott. Carmelo GEREMIA - Specialista in Gastroenterologia.
Il dolore pelvico cronico è la degenerazione di un malfunzionamento nel corpo che può avere forti ripercussioni nella sfera relazionale, familiare e sociale. Chiunque ne soffra inizia un percorso per ricercarne le cause e trovarne i giusti rimedi. In genere trascorrono molti mesi, spesso anni, prima di riuscire a individuare le cause o la patologia all'origine di algie pelviche persistenti e di trovare una terapia efficace e utile. Ciò crea sconforto e rassegnazione Egrave; dunque importante rivolgersi a specialisti adeguatamente formati e capaci di prendersi carico della specifica sintomatologia del paziente, uomo o donna, attraverso un approccio attento non solo alla guarigione dal dolore ma anche alla sfera psico-affettiva su cui questo tipo di algie si ripercuote.
Il dolore pelvico cronico è definito come quel dolore ciclico (con intensità superiore al valore di 4 se riportato su una scala VAS) o non ciclico, di durata superiore a sei mesi, che si localizza nella pelvi anatomica. È sufficientemente grave da resistere ai normali antidolorifici e causa disabilità funzionale, che richiede un trattamento medico/fisioterapico o chirurgico.
Le patologie coinvolte nella sindrome del dolore pelvico cronico possono essere cause di varia natura: ginecologica (endometriosi, adenomiosi, infiammazioni, malformazioni, vulvodinia, dismenorrea, posizione dell'utero, sindromi aderenziali, infezioni, fibromi, cisti, varicocele, sindrome di Allen Master), gastro-enterica (colon irritabile, diverticolite, ernie, celiachia), genito-urinaria (cistite interstiziale, uretrite, tumori vescicali, prostatite, malformazioni), muscolo-scheletrica, neurologico/vascolare (neuropatie periferiche, sindrome da intrappolamento nervi), osteoarticolare/fasciale (pubalgie, fratture, spondilite, coccigodinia), psicologica (tra i fattori di rischio più diffusi si trovano ansia, depressione, abuso di alcool e droghe, problematiche sessuali, passati di violenze e abusi).
Il dolore pelvico cronico si manifesta diversamente a seconda della patologia che lo determina ma solitamente esso si associa a : meteorismo, disuria, dischezia, dismenorrea, dolore ovulatorio, dispareunia. Inoltre la donna può soffrire di cefalea, dolori muscolari, astenia e stanchezza, depressione e ansietà, calo della libido, sindromi gastrointestinali, disturbi del sonno. Il dolore pelvico cronico trova la sua espressione nei tender point (punti localizzati specifici) o nei trigger point (punti irradiati). Nel primo caso, il dolore resta limitato all'area della palpazione pressione, mentre nel secondo si irradia da esso alla pelvi o ai genitali grazie ai suoi collegamenti fasciali/neurologici.
In ambito sessuale, questo tipo di dolore impedisce completamente il piacere, influenzando tutte le fasi della risposta sessuale femminile: il desiderio viene meno, producendo una diminuzione o una mancanza di eccitazione, dunque una secchezza dovuta alla mancata lubrificazione vaginale e un dolore ancora maggiore provato al momento della penetrazione. Questo ciclo negativo si autorigenera in quanto l'esperienza vissuta negativamente genera una memoria corporea che blocca gli stimoli sessuali per non essere rivissuta. Il dolore pelvico cronico condiziona quindi pesantemente la vita di coppia frustrando desiderio e felicità, inibendo la capacità orgasmica e creando una profonda disistima di sé e della propria relazione, non permettendo più di vivere la sessualità in modo appagante.
è fondamentale un'attenta anamnesi attraverso l'ascolto meticoloso della storia dei pazienti per comprendere la tipologia e le caratteristiche del dolore, indagandone la quantità (rapporto ad una scala VAS ecc.), la qualità, la posizione sulla mappa del corpo, i tempi in cui, nel caso delle pazienti, si manifesta in relazione al ciclo mestruale e le strategie utilizzate per potervi porre rimedio. È utile far compilare ai pazienti un diario nel quale possano descrivere il dolore in maniera soggettiva e personalizzata, per valutare l'impatto del dolore sulla salute e sulla qualità della vita. Devono poi essere indagate la storia gastrointestinale dei pazienti, eventuali problemi minzionali, di dischezia, i farmaci assunti e le varie strategie per contenere il dolore, oltre alle abitudini di salute. Per le donne sarà rilevante la storia ostetrica e ginecologica, l'eventuale dispareunia. Oltre a un'anamnesi approfondita e agli esami specifici volti alla ricerca e alla comprensione dei sintomi, la formazione del quadro clinico prevede anche un'analisi del comportamento dei pazienti nei confronti della malattia e dell'ambiente socio- relazionale che la circonda.
Il DPC deve essere affrontato da vari punti di vista:
• Farmacologico/anestesiologico
• Posturale/chinesiologico/fisioterapico/osteopatico
• Chirurgico
• Psicologico/sessuologico
phD. in biochimica nutrizionale e farmacologia;
Autore di varie pubblicazioni scientifiche e divulgative in medicina nutrizionale. Già ricercatore in biochimica nutrizionale e farmacologia presso Multinazionale;
Diploma e membro AMIK Onlus (Associazione Medica Italiana Kousmine), unica Associazione riconosciuta dal Ministero della Salute per formare operatori nell’ambito della nutrizione applicata alle patologie autoimmuni, disbiosi, ecc.
Specializzazione in Kinesiologia Applicata-Olistica presso SIMO (Scuola Italiana Medicina Olistica), con particolare riferimento all’energetica della postura e mediante questa, alla relazione dei vari organi e apparati tra loro; ha inoltre approfondito il rapporto tra occlusione, articolazione temporo - mandibolare (TMJ) e problemi a distanza (cefalee-emicranie, lombosciatalgie, problemi al pavimento pelvico ecc. - anche mediante l’utilizzo di una pedana podobarometrica di ultima generazione -.
Questa valutazione si avvale anche della collaborazione di diversi specialisti, Spec. in pavimento pelvico, Gnatologo,
Odontoiatra, Fisiatra,).
Diploma Master in Zen Shiatsu (Monastero Zen Il Cerchio, Milano);
Esperto in MTC (Medicina Tradizionale Cinese) e Moxibustione (attestato IOME:
Istituto Orientale Medicina Energetica, Milano).
(Ha studiato alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, con attenzione rivolta agli antichi testi Sacri con tesi sulla teologia della morte; ricercatore indipendente in discipline Spirituali, Teologiche e Scienza. Tiene corsi e conferenze di Bioenergetica, Medicina Nutrizionale, Ecologia e Salute ed Evoluzione Spirituale.)
CONTATTI:
ubacarloni@gmail.com
Tel.: +39 348 3150214
L'importanza attribuita all'interrelazione e alla reciprocità tra corpo/mente/spirito sulla base della medicina integrativa fa sì che il trattamento osteopatico (OMT) diventi un valore aggiunto e di grande aiuto per questa sindrome. I principi e la pratica osteopatica, se applicati per affrontare il dolore nei pazienti, offrono un approccio globale che tiene conto dei complessi fattori psicologici e fisici che influenzano il progredire del dolore pelvico cronico. Le molteplici cure risultano efficaci se integrate, sommandosi l'una all'altra nel percorso diagnostico-terapeutico per comprendere lo stile di vita, la farmacoterapia, la terapia posturale osteopatica, i rimedi di medicina complementare (ad esempio l'agopuntura), la terapia riabilitativa perineale ma anche un particolare programma alimentare con modificazioni delle dieta utili a ridurre la sindrome del colon irritabile e le infezioni o ancora la somministrazione di probiotici mirati a modificare la disbiosi intestinale. Integrando approccio osteopatico e approccio riabilitativo-perineale si possono perciò ottenere risultati più efficaci.