Sotto questa generica definizione si individuano alcune malattie accomunate da svariati sintomi: stipsi o diarrea, dolori addominali, meteorismo, rettorragia (perdite di sangue dall'ano), ecc..
In effetti è meglio chiamarla "colon spastico", varietà del colon irritabile.
Le più frequenti coliti "vere", caratterizzate da infiammazione della parete intestinale, sono la retto-colite ulcerosa e la malattia di Crohn.
Le MICI vengono diagnosticate nella maggior percentuale di casi fra i 15 e i 40 anni.
La retto-colite ulcerosa e la malattia di Crohn presentano disturbi comuni : dolori addominali, diarrea, malessere, rettorragia (perdite di sangue dall'ano), dimagrimento e febbre sono i più frequenti.
La retto-colite ulcerosa è una malattia cronica che colpisce solo il grosso intestino, caratterizzata istologicamente da una infiammazione confinata solo alla mucosa e talvolta alla sottomucosa con un interessamento che è massimo nel retto-sigma e che si estende nelle forme più gravi in maniera continua a tutto il colon. Si può trasformare in cancro. Nei casi da operare non dà recidiva.
Invece la malattia di Crohn può colpire tutto il tubo gastroenterico, dalla bocca all'ano, con lesioni discontinue che interessano, in circa il 30% dei casi, anche l'ileo terminale e che spesso risparmiano il retto. L'infiammazione colpisce tutto lo spessore del viscere. Quasi mai si trasforma in cancro e spesso si associa a lesioni anali e a fistole anali.
La diagnosi si fa con il clisma opaco a doppio contrasto, con la colonscopia seguita da biopsia ed esame istologico.
Entrambe le malattie devono avere, per quanto possibile, un trattamento conservativo.
La retto-colite ulcerosa viene curata con 5-ASA, salazopirina, cortisonici, tutti farmaci molto efficaci che evitano l'intervento. Tuttavia questo è obbligatorio in caso di megacolon tossico, una complicanza che si manifesta con dilatazione del colon accompagnato da occlusione, febbre, malessere generale. È anche indicato se vi è disturbo dell'accrescimento o mancata risposta ai farmaci e/o epatopatia. Si opera anche se nel corso della sorveglianza endoscopica si riscontra displasia, cioè precancro, all'esame istologico.
Mentre un paziente con retto-colite ulcerosa in terapia medica dovrà prendere farmaci per tutta la vita, allo scopo di mantenere in remissione la malattia, la malattia di Crohn va curata solo se dà disturbi. I farmaci sono sovrapponibili a quelli della retto-colite ulcerosa, gli immunosoppressori e gli antibiotici, con l'inserimento dei "nuovi farmaci", fra cui i nuovi corticosteroidi, anticitochine/citochine, i nuovi composti biologici e i probiotici. L'intervento chirurgico è necessario solo in caso di gravi sintomi che non rispondono alla terapia medica, fistola o stenosi gravi, occlusioni, megacolon tossico. L'intervento più usato è la resezione del tratto di intestino colpito. È bene che la resezione sia limitata, se possibile, poiché la malattia, se dà recidive, deve essere rioperata rischiando così la sindrome da intestino corto, con diarrea e malassorbimento.