Dott. Carmelo GEREMIA
Proctologo - Perineologo - Gastroenterologo
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Coliti

Coliti e malattie infiammatorie croniche intestinali

infiammazione della parete intestinale

Sotto questa generica definizione si individuano alcune malattie accomunate da svariati sintomi: stipsi o diarrea, dolori addominali, meteorismo, rettorragia (perdite di sangue dall'ano), ecc..

È necessario  precisare che la cosiddetta "colite spastica" non è in realtà una vera colite, in quanto non è caratterizzata da infiammazione del colon.

In effetti è meglio chiamarla "colon spastico", varietà del colon irritabile.

Le più frequenti coliti "vere", caratterizzate da infiammazione della parete intestinale, sono la retto-colite ulcerosa e la malattia di Crohn.

IL COLON IRRITABILE

Il termine "colon irritabile" è stato soppiantato dalla più attuale definizione di "intestino irritabile", a testimonianza del fatto ormai riconosciuto che sebbene i sintomi del tratto digestivo inferiore siano il problema principale per molti pazienti, i disturbi possono essere a carico di tutto il sistema gastrointestinale. La sindrome dell'intestino irritabile (SII) può dare stipsi o diarrea, dolori addominali, meteorismo, digestione lenta.

Come si fa la diagnosi e come si cura?

La diagnosi della SII è essenzialmente clinica. Si basa, in primo luogo, sull'identificazione del "complesso" di sintomi  che sia compatibile con questa  malattia. Dato che la sintomatologia è molto varia è importante che siano escluse moltissime malattie "organiche" come il cancro del colon, la retto-colite ulcerosa, la malattia di Crohn, la diverticolite ecc.. Il medico deciderà , caso per caso, se e quali esami strumentali siano utili o necessari ai fini diagnostici.
La cura della SII è quanto mai difficile e almeno il 20% dei pazienti non migliorano nonostante l'uso di molteplici  farmaci. Sono anche importanti misure igienico - dietetiche e talvolta la psicoterapia.

LE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI

Mentre la SII fa parte dei cosiddetti "disordini funzionali intestinali" senza evidenti segni di infiammazione, le malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI), cioè la rettocolite ulcerosa e la malattia di Crohn,  presentano aspetti endoscopici ed istologici di infiammazione cronica.

Da cosa sono causate?  Quali sono i sintomi?  Come si fà la diagnosi?

La causa è ignota. Le ipotesi più probabili depongono per lo stress, cause autoimmuni, agenti infettivi. Anche la familiarità gioca un ruolo importante  ed inoltre sembra esservi una stretta interazione fra fattori genetici e ambientali.

Le MICI vengono diagnosticate nella maggior percentuale di casi  fra i 15 e i 40 anni.
La retto-colite ulcerosa e la malattia di Crohn presentano disturbi comuni : dolori addominali, diarrea, malessere, rettorragia (perdite di sangue dall'ano), dimagrimento e febbre sono i più frequenti.

La retto-colite ulcerosa è una malattia cronica che colpisce solo il grosso intestino, caratterizzata istologicamente da una infiammazione confinata solo alla mucosa e talvolta alla sottomucosa con un  interessamento che è massimo nel retto-sigma e che si estende nelle forme più gravi in maniera continua a tutto il colon. Si può trasformare in cancro. Nei casi da operare non dà recidiva.
Invece la malattia di Crohn può colpire tutto il tubo gastroenterico, dalla bocca all'ano,  con lesioni discontinue che interessano, in circa il 30% dei casi, anche l'ileo terminale e che spesso risparmiano il retto. L'infiammazione colpisce tutto lo  spessore del viscere. Quasi mai si trasforma in cancro e spesso si associa a lesioni anali e a fistole anali.

La diagnosi si fa con il clisma opaco a doppio contrasto, con la colonscopia seguita da biopsia ed esame istologico.

Come si curano?

Entrambe le malattie devono avere, per quanto possibile, un trattamento conservativo.
La retto-colite ulcerosa viene curata con 5-ASA, salazopirina, cortisonici, tutti  farmaci molto efficaci che evitano l'intervento. Tuttavia questo è obbligatorio in caso di megacolon tossico, una complicanza che si manifesta con dilatazione del colon accompagnato da occlusione, febbre, malessere generale. È anche indicato se vi è disturbo dell'accrescimento o mancata risposta ai farmaci e/o epatopatia. Si opera anche se nel corso della sorveglianza endoscopica si riscontra displasia, cioè precancro, all'esame istologico.

Mentre un paziente con retto-colite ulcerosa in terapia medica  dovrà prendere farmaci per tutta la vita, allo scopo di mantenere in remissione la malattia, la malattia di Crohn va curata solo se dà disturbi. I farmaci sono sovrapponibili a quelli della  retto-colite ulcerosa, gli immunosoppressori e gli antibiotici,  con l'inserimento dei "nuovi farmaci", fra cui i nuovi corticosteroidi, anticitochine/citochine, i nuovi composti biologici e i probiotici. L'intervento chirurgico è necessario solo in caso di gravi sintomi che non rispondono alla terapia medica, fistola o stenosi gravi, occlusioni, megacolon tossico. L'intervento più usato è la resezione del tratto di  intestino colpito. È bene che la resezione sia limitata, se possibile, poiché la malattia, se dà recidive, deve essere rioperata rischiando così la sindrome da intestino corto, con diarrea e malassorbimento.


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