L’incapacità ad esercitare il normale controllo volontario sui meccanismi di continenza urinaria e fecale costituisce un evento drammatico per gli individui che ne sono affetti. Gli effetti psicologici e sociali di questo disturbo sono devastanti, determinando spesso il ritiro dalla vita di relazione ed un significativo peggioramento della qualità di vita.
Ragioni di ordine anatomico e fisiopatologico, nonché dati epidemiologici e clinici giustificano il recente interesse allo studio della relazione tra difetti della continenza anale ed urinaria.
Sintomi gastrointestinali e disfunzioni del basso tratto urinario sono sorprendentemente frequenti nella popolazione generale, ed in particolare nella donna. Il difetto della continenza anale e’ otto volte più frequente nel sesso femminile. Questi dati sono ancora più elevati tra donne affette anche da disturbi urinari. Per quanto riguarda i soli disturbi urinari, nella donna, si osserva una prevalenza doppia rispetto agli uomini. Si e’ dimostrato, che questa differenza tra i sessi sia principalmente imputabile al traumatismo del parto per via vaginale.
Per gli sforzi eccessivi e per una situazione individuale predisponente la debolezza dei tessuti di sostegno, tutto il pavimento pelvico finisce per abbassarsi sempre più, e a lungo andare, ciò può comportare lo stiramento dei nervi degli sfinteri e come conseguenza si potrà avere incontinenza fecale e incontinenza urinaria. E’ possibile però che il disturbo segue ad un intervento chirurgico anale o in seguito ad un parto che ha richiesto punti di sutura.
Quando si perde l’ integrità dello sfintere anale e delle zone sensibili dell’ ano e del retto, si può andare incontro all’ incontinenza fecale. Si deve distinguere un’ incontinenza totale o limitata ai gas o alle feci liquide; si deve tener conto della frequenza degli episodi, delle caratteristiche delle feci, oltre che delle abitudini alimentari.
Gli stessi meccanismi fisiopatologici che determinano l’ incontinenza fecale vanno ad alterare la funzione della vescica determinando così le condizioni predisponenti all’ incontinenza urinaria.
L’ incontinenza può manifestarsi con perdite involontarie di urina nel corso di sforzi fisici, come sollevare un peso o con i colpi di tosse (questa incontinenza è detta "da stress" ), o per una incapacità a trattenere l’ urina in seguito all’ improvviso insorgere dello stimolo (incontinenza “da urgenza").
Nel nostro centro vengono eseguiti gli esami funzionali rappresentati da manometria ano-rettale, defecografia, elettromiografia ed ecografia endoanale a seconda delle necessità e del problema da studiare. Per quanto riguarda l’ incontinenza urinaria sono necessari lo studio urodinamico e la cistografia, per l’ esecuzione dei quali ci si avvale della collaborazione degli urologi.
Nell’ incontinenza fecale secondaria ad anomalie congenite del pavimento pelvico, a traumi accidentali, a lacerazioni da parto, o in seguito ad interventi chirurgici per fistola, emorroidi, ragade, si possono praticare interventi di plastica ricostruttiva degli sfinteri e dell’ ano. Quando si soffre di diarrea l’ incontinenza si presenta con più facilità ; in tali casi e’ prudente evitare operazioni sull’ ano- retto non assolutamente indispensabili. I farmaci adatti e una dieta adeguata costituiscono la cura di queste situazioni.
La stitichezza grave può portare all’ accumulo di feci nel retto (fecaloma), specie nel bambino e nell’ anziano. In tal caso l’ ano resta aperto nel tentativo infruttuoso di espellerle, determinando così una perdita di piccoli quantitativi di feci (pseudo- incontinenza): è necessaria la rimozione del fecaloma.
L’ incontinenza da debolezza sfinterica senza cause apparenti (incontinenza idiopatica) si manifesta soprattutto in donne anziane, con flaccidità muscolare. E’ frequente l’ associazione con l’ incontinenza urinaria. La cura consiste nel migliorare la funzione muscolare mediante un programma di riabilitazione: chinesiterapia pelvi-perineale, biofeedback, elettrostimolazione funzionale. Il nostro centro vanta una lunga esperienza ed è all’ avanguardia nell’ utilizzo di tali tecniche.
Il trattamento dell’ incontinenza urinaria “da stress” prevede l’ utilizzo del Biofeedback, dell’ Elettrostimolazione funzionale e della Chinesiterapia pelvi- perineale. L’ incontinenza urinaria “da urgenza” oltre ad avvalersi della riabilitazione (ESF) e del bladder retraining (sindrome frequenza-urgenza ) e può giovarsi, almeno inizialmente, dell’ uso di un trattamento farmacologico. Per quanto riguarda la terapia dell’ incontinenza conseguente a ritenzione urinaria (da Overflow), patologia in cui alle tecniche di svuotamento vescicale ( cateterismo uretrale intermittente in particolare ) possono associarsi il Biofeedback e /o terapie comportamentali (foglio minzioni, bladder retraining).
Inoltre i disturbi del basso tratto urinario che includono i sintomi di vescica iperattiva, la ritenzione urinaria, l’ incontinenza urinaria, il dolore pelvico cronico possono essere curati con la Neuromodulazione Sacrale (SNM). Il trattamento con SNM viene adottato sempre più spesso quando le terapie conservative falliscono.
Un cenno a parte merita l’ incontinenza che spesso affligge gli anziani. L’ incontinenza alle feci e all’ urina nella terza età non deve essere considerato un evento terminale ed incurabile; il trattamento in genere non e’ difficile e consiste in suggerimenti pratici, nell’ uso giudizioso di farmaci, nel miglioramento della funzione muscolare con le tecniche di riabilitazione e, in rari casi, se necessario, nell’ intervento chirurgico.
L’ incontinenza fecale può essere prevenuta curando la stitichezza cronica, contenendo al minimo i traumi da parto, o i traumi chirurgici.